Ascoltiamo i bisogni dei bambini

"M’ajo sbagliata?" Ascoltiamo i bisogni dei bambini

E’ frequente in tutti i genitori il dubbio: “Mio figlio sta bene in quella scuola? Sta bene in quella classe?”.

La mattina lo vediamo stanco, svogliato, desideroso di rimanere a casa e così in noi sorge il sospetto che qualcosa non vada per il verso giusto: “Non si trova bene con i compagni…. Le maestre non lo capiscono…. No prima andava volentieri ora lo vedo strano, qualcosa non va” e la fantasia corre, i film più disparati si insinuano nei meandri della mente, ci sentiamo inadeguati come genitori, pensiamo di dover essere amici dei nostri figli per poterci avvicinare al loro modo di pensare e di essere e poi basta una lacrima e sprofondiamo nel baratro... “Ho sbagliato tutto!!!! Perché ho ascoltato quella che mi ha consigliato questa scuola!?! E ora????”.

A questo punto la riflessione diventa talvolta angoscia perché non ci fermiamo ad ascoltare i nostri bambini, non osserviamo veramente i loro atteggiamenti, cerchiamo solo di classificarlo secondo le numerose teorie evoluzionistiche psico-pedagogiche in circolazione.

Questo come accade da genitori accade anche da insegnanti, e sapete perché? Perché… ops! anche gli insegnanti sono genitori e sono esseri umani, persone concrete e reali come tutti.

I Bisogni dei bambini: vi racconto un aneddoto

Estate, vacanze, mare, montagna, libertà, sole, una discreta e gioiosa confusione tutt’intorno, arriva un telegramma... Convocazione per l’immissione in ruolo nella scuola dell’infanzia… Sono giovanissima, inesperta, perché intanto ho provveduto a trovarmi altri impieghi e a fare tutte le esperienze possibili... Emozione e sgomento si mescolano, bene andiam... inizia l’avventura… Firme, carte, adrenalina, viaggio, ingresso a scuola non più come allieva/alunna ma come insegnante di quella fascia d’età talmente permeabile e delicata da spaventarti, sicura che gli unici che possano esserti veramente utili sono i genitori eppure qualcosa stava per accadere…

Terza settimana di scuola, classi numerosissime, bambini piccoli, mamme sgomente perché i figli non fanno colazione a casa, non vogliono svegliarsi, non vogliono vestirsi, non vogliono uscire di casa, che fai? Ti metti dalla loro parte…

“Portami la colazione a scuola, mettila nello zainetto…”... terrore! Io non ho figli, forse ho fatto il passo più lungo della gamba… E invece…Mi arrivano con biscotti, succhi e quant’altro ma nulla, non vogliono mangiare neanche a scuola…

Poi Francesca, una dolcissima bambina di tre anni appena, svelta, frizzante, ma cucciola, tanto cucciola: “M’ajo sbagliata mae?

Perché tesoro, perché pensi di aver sbagliato, non hai fatto nulla di sbagliato, se non hai fame non mangi, tranquilla … “No mae’ io voglio pappa ma no questa”... e quale vuoi piccola? “Mae’ m’ajo sbagliata perché voglio biberon”... Bene, calma ora lo chiediamo a mamma. “No mae’ io sono grande non c’è più il biberon”.

Qui vengo destabilizzata perché non ho ancora figli all’epoca, non so cosa devo fare, se poi dico le cose sbagliate, nel modo sbagliato, al momento sbagliato?

Mi faccio coraggio, ripenso al “m’ajo sbagliata”, e perché io non posso sbagliare? “Chiedere è lecito, rispondere è cortesia” mi ha sempre ripetuto mia nonna.

Mi faccio forte del mio ruolo di insegnante per prendere coraggio, viene la mamma a riprendere Francesca e le parlo, chiedendo scusa ogni parola, scusa per essere così ingerente, scusa per sembrare una saputella, scusa quasi per il fatto stesso di esistere ma, si apre non una finestra, un portone o forse un mondo intero. La mamma è sgomenta, capisce di non aver ascoltato il bisogno della bambina, bisogno di coccola, di tranquillità, di essere rassicurata e il giorno dopo con un semplice gesto, porgere il biberon, si è tutto sistemato.

Ma non aveva sbagliato Francesca, avevamo sbagliato noi, noi del mondo degli adulti con le nostre certezze e le nostre tabelle di crescita.

Ancora oggi con i miei alunni e con i miei figli quando qualcosa non quadra mi ripeto quella frase “m’ajo sbagliata mae’”, e riparto dall’inizio.

Un consiglio…

Abbiamo imparato come madri che siamo delle vere e proprie fiere quando ci toccano i pargoli.

Abbiamo imparato come mamme che Piaget, Montessori, Pestalozzi, Vygotsky dicevano, consigliavano, affermavano…

Abbiamo imparato a riconoscere fra mille il respiro del nostro bambino.

Abbiamo imparato…

Sì, è vero! Ma… abbiamo scordato un elemento fondamentale… abbiamo scordato che è importante ascoltare…

Il mio consiglio? Provate a fare come me trovate anche voi il vostro input il vostro “m’ajo sbagliata…”

Supermamma Laura Marinacci

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