Anti Mamma e il Viaggio in treno

L'anti-mamma e il viaggio in treno

Finalmente arriva il giorno in cui decidi, in barba al tuo scarso istinto materno, di fare un viaggio da sola con tua figlia.

Tu, 43 anni suonati, antitesi della “mamma chioccia”, che cucini bastoncini findus e tortini di verdure surgelate (perché di smettere di lavorare prima delle 7 di sera non ci pensi proprio) e hai fatto l’abbonamento “full” alla ludoteca perché “la bambina almeno sta coi bimbi come lei”, e tu lavori in santa pace!

Lei, 6 anni scarsi, un soldo di cacio in jeans e zaino di Peppa Pig, al suo primo viaggio in treno, che la notte ti dorme nel letto e ti tiene i piedi nella pancia perché “io voglio dormire con la mia mamma”.

Destinazione: Genova. In treno. Cinque ore e mezza di viaggio…

CINQUE
ORE
E
MEZZA

Su un Intercity modello “Giacinto e Erminia”, che l’orologio a pendolo di tua nonna del 1921 è più moderno. Che parti alle 9.57 e arrivi alle 15:27, che ti fermi anche dal lattaio sotto casa del capotreno e pure a buttare l’immondizia del controllore.

E lei, la tua piccola donna, ti spara delle perle di saggezza che mai in 43 anni di onorata carriera di essere umano avresti mai immaginato.

Mamma quanto manca a Genova?
Cinque ore amore, siamo appena partite
E quanti minuti sono?

E tu ti inventi un numero che non sai nemmeno se esiste.

E lei che ti chiede “E’ tanto o poco?

Avete presente quante decine di minuti ci sono in 5 ore e mezza. Ecco, figuratevi che lei ripeta la raffica di domande di cui sopra OGNI 10 MINUTI, chirurgica e puntuale.

E come non bastasse “Mamma ho fame”... e alle 11.15 ha già mangiato un Kinder Cereali, un sacchetto di pop corn, un panino all’olio con salame e sottiletta, due gomme americane, una caramella, una lattina di coca cola e una bottiglietta d’acqua.

E quando passa il servizio bar ti dice “Mamma io voglio delle schifezze” (!), e tu ti domandi dove cavolo le metta tutte quelle cibarie dentro a quella pancetta!

E sei disposta ad accontentarla in tutto pur di non sentirla lagnarsi, un po’ perché siccome la ami all’infinito vorresti sempre vederla felice, un po’ (e ti vergogni un tantino ma lo devi ammettere) PER LA PACE TUA!, perché è anche il “tuo” weekend e non hai molta voglia di sentire storie.

E poi succede il cataclisma! La tua nana, il tuo soldino di cacio, la carne della tua carne e il cuore della tua vita, ti dice la frase che non vorresti mai sentirti dire per strada, in un luogo pubblico e soprattutto IN TRENO: “Mamma… mi scappa la cacca!”.

E tu: “Amore, siamo quasi arrivate… la trattieni un pochino?

E lei, dopo una decina di minuti di “Mmm… grrrr… gngngngn…” e movimenti strani… ti fa: “Mamma, non la tengo più”...

Riluttante corri in bagno… col panino che ti balla ancora nello stomaco, e la nana che cammina a 90 gradi perché “mamma sta in pizzoooooo”, ed entri nella toilette del vagone a fianco al tuo (perché non poteva essere che il tuo bagno di pertinenza fosse sano, no!) e la lanci sul water…

E lei in quattro secondi netti tira fuori un BAMBINO MARRONE di circa 1,5 kg, che ti torna su anche la cena di Natale del 2016 nonché il pranzo di Pasqua del 2015… e lei candida che ti fa “Mamma, adesso mi sento meglio”... Bella di mamma se non ti sentivi meglio, facevamo bene ad andare dal gastroenterologo.

E ti sbrighi a uscire dal bagno perché, summa cum laude, LO SCARICO NON FUNZIONA!!!!

E meno male che di lì a 10 minuti scendi da quel carro bestiame coi bagni rotti e le porte bloccate, e non lo vuoi manco sapere se da Genova a Torino qualcuno entrerà in quella toilette incriminata (e impuzzolita) dove ormai abita un bambino marrone di 1 kilo e mezzo uscito dal sederino di un soldo di cacio che mangia pop corn come fossero acqua fresca!

E nel prossimo articolo vi racconto di Genova. To be continued...

Supermamma Daria Ciotti

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