Tabù: odio mio figlio o depressione post-partum?

Stavo guardando il cielo nel mio giardino. Stavo immaginando la mia vita felice: un marito affettuoso, emozionalmente intelligente, amore vero e due piccoli bambini che giocano con noi. Avrei voluto molto questa vita, più di ogni cosa! Non ho avuto un'infanzia felice, anzi direi proprio infelice: padre alcolizzato, madre nervosa e una sorella autistica. Drammi. Ho deciso di crearmi una vita felice da sola e che la via sarebbe stata una famiglia impeccabile!

5 anni dopo - Siamo al parco Valentino. C’è mio marito affettuoso, emozionalmente intelligente, il mio amore vero. E guardate chi c’è ancora: i miei due meravigliosi figli che giocano con noi! L'immaginazione è veramente creativa! Crea letteralmente la nostra realtà.

Dopo 5 anni ho realizzato il mio sogno più grande: avere una famiglia impeccabile.

L’unica cosa che ho dimenticato di aggiungere all’immaginazione è un ingrediente vitale: la felicità mia interna. Ho dipinto l’immagine felice, ma non l’ho mai sentito veramente. Era solo una foto di quelle che mettete su social per far vedere ad altri qualcosa che magari solo sognate di diventare ma a casa quando siete da sole con voi stesse, piangete con disperazione perché sapete che non sarà mai vera.

Ecco dove arriva il tabù...

Se siete mamme e siete felici di essere mamme, non leggete l’articolo o rischiate di rovinare la bellissima, coloratissima, super, happy-end immagine hollywoodiana di essere mamma.

Da quando mi conosco mi divertivo ad addormentarmi immaginando come sarebbe stato il futuro, come avrei voluto diventare, cosa avrei voluto fare, coloravo con dettagli la mia casa in cui avrei voluto vivere, etc. Lo facevo solo per divertimento, non per altro, ma mi divertiva anche realizzare alcuni sogni (grazie al duro lavoro e non solo con l’immaginazione!). 🙂

Da due anni che non immagino niente prima di dormire. Non saprei più cosa immaginare. Non so chi sono. Esisto come una persona indipendente o solo come una mamma?

Si dice che ‘una donna si realizza come Donna quando diventa Mamma’.

Mi fa arrabbiare questo luogo comune!

La parola mamma è solo un aggettivo ma viene spesso attaccato alla parola donna e queste due parole vivono insieme da millenni annullando goccia dopo goccia l’identità delle persone. Esistono anche altri aggettivi diversi dal concetto di essere mamma, come donna ambiziosa, donna in carriera ma solitamente vengono collegati alla donna single. Cosa succede se questa povera donna ambiziosa e anche mamma? Continuiamo da questo punto con gli aggettivi: donna mamma ambiziosa sofferente disperata depressa infelice. Ecco, come mi descrivo. A proposito! Quasi dimenticavo di aggiungere ancora una descrizione importantissima: il senso di colpa.

Il senso di colpa

Siamo al parco Valentino.  Cinguettano gli uccelli, il ciangottio del fiume entra nell’ orecchie, il cielo è celeste, il sole accarezza il mio viso dolcemente. È Domenica, giornata bellissima, gente piena di energia e vita. Sono stanca.

Il più grande dei miei piccoli, Leo, sta giocando a palla con suo papà. È pieno di gioia e felicità. Mamma mia com’è diventato grande! Ha due anni, sembra un uomo ma con le misure miniaturizzate. Mi vengono in mente mille dubbi: va bene con lo sviluppo, è ritardato, è sano, è malato? Ho paura che qualcosa non vada. Se è così, so che colpa mia, perchè spesso sono nervosa, vorrei lavorare, ma lui non mi lascia, cerco di rubarmi tempo dove posso ma poi mi viene questa sensazione terribile che rubo del tempo a lui. Non mi prendo abbastanza cura di lui, non mi dedico abbastanza tempo per giocare con lui, e quindi colpa mia se non si è sviluppato come avrebbe dovuto.

Odio mio figlio o odio essere sua mamma?

Ma lasciamo stare questa fesseria! Lui è la fonte della mia stanchezza ormai cronica, poco autostima, depressione, disturbo d’identità. Stare con i figli tutto il giorno, tutti i giorni mi fa sentire come se fossi in prigione. Solo che lì almeno non dovete prendervi la responsabilità per nessun altro se non per voi stessi. Voglio andare in prigione! Potrei avere qualche ora per me, leggere e lavorare.

Vorrei urlare al pubblico e dire: odio mio figlio! Lo faccio? Mi lapideranno! Mi insulteranno sicuramente.

‘Perchè l’hai fatto allora?’ - chiederete.

Me lo domando anche io. A parte che lui non era voluto, ma il secondo l’abbiamo cercato noi! Lo immaginavo diversamente. Immaginavo due figli tranquilli, sereni, che vanno a dormire all'orario giusto, giocano, scherzano e lasciano un po’ di tempo anche a noi. In questo elenco tutto torna tranne il tempo! Tempo per dormire tranquillamente e per poter lavorare! Che strana storia, non credete? Non chiedo tempo per poter trovarmi con le amiche, ma per poter lavorare!

Non voglio difendermi. Voglio semplicemente che finisca questa situazione soffocante. Ogni giorno mi sento più giù, sento che la mia energia mi sta lasciando respiro per respiro. L’unica cosa che mi aiuta e mi tira un po’ su è il pianto. A volte piango disperatamente chiudendomi in bagno e chiedendomi se i figli non mi possano vedere. Non so perché piango in realtà. Non so neanche cosa vorrei ottenere o cambiare. So che sono stanca. So che non sorrido da tantissimo tempo. So che ho paura.

Ho paura. Ma di cosa?

A volte sottotono accenno in giro che io in realtà vorrei realizzarmi… Tutti mi rispondo che ‘ora goditi il tempo con i bimbi perchè questi anni non tornano più’. (Io vorrei che passino più veloce possibile!)

Altri mi dicono (tra cui la mia dottoressa): ‘io ho cresciuto 5 figli. 2 bambini non sono fine del mondo’. (per te, cara mia!) (Forse tu hai avuto un aiuto tra nonni e babysitter, nido privato, etc.)

Non voglio difendermi. Questi commenti mi assicurano ancora di più che ho commesso un errore. Anzi, due!

***

Sto guardando il cielo nel mio giardino. Sto immaginando la mia vita felice: un marito affettuoso, emozionalmente intelligente, amore vero e due piccoli bambini che giocano con noi. Dejavù. Mi sembra che abbia già vissuto questa storia, mi sembra così reale che sento ancora l’odore dei bambini sotto il mio naso. Ma allora dov’è mio marito, quell'uomo dolce, rassicurante di cui tra le sue braccie mi addormento come se non ci fossero problemi, come se esistessimo solo noi nel mondo? E i bambini? Leo che strilla come un violino suonato male fino a far venire il mal di testa, ma quando si calma corre ad abbraccarci forte forte? E noi ci sciogliamo sentendo il suo sospiro di rassicurazione dopo che l’abbiamo abbracciato. E il piccolo Enea che a causa delle crisi di separazione piange come un disperato se si sente da solo, ma quando scendiamo nel suo mondo a giocare, ridacchia dalla felicità?

Non ci sono. Sarà un'immaginazione molto verosimile. Mamma mia che fantasia!

Va bene! Almeno ho la possibilità di immaginarmi un futuro diverso dopo che ho visto quali sarebbero state le difficoltà nel caso in cui le mie immagini diventassero reali. So già che sarei depressa, avrei problemi con mio ruolo da mamma, mi sentirei condannata e dovrei rinunciare alla carriera per un po’ di tempo.

Cosa voglio veramente?

Sono sulla sdraia nel mio giardino, guardo il cielo e immagino la mia vita felice: un marito affettuoso, emozionalmente intelligente, amore vero e due piccoli bambini che giocano con noi.

Ecco cosa voglio veramente!

Sto guardando la mia famiglia fantastica nel parco del Valentino. Ho capito di cosa ho paura! Ho paura di perderli! Ho paura di sbagliare. Ho paura che faccia male a loro perchè mi sento spesso nervosa. Sono nervosa perchè non riesco a realizzarmi, e non mi realizzo perchè sono nervosa. Ecco qua la prigione!

La soluzione: moglie ubriaca e botte piena

Ora che tutto è chiaro, devo trovare una soluzione, un'uscita da questo circolo vizioso.

Sto ragionando così: per renderli felice, devo essere felice anch’io.

Devo organizzarmi la giornata in modo in cui abbia qualche ora per me, per lavorare. Non succede nulla se giocano un’oretta senza la mamma, vero? Anzi, imparano ad essere più autonomi.

La soluzione che ha funzionato per me

Mi sono creata un programma per le giornate tra cui ci sono anche i giochi di sviluppo, preparare pranzo e tavolo assieme a Leo, qualche oretta di lavoro, e ora direi che mi sento sulla strada giusta. Non ho sensi di colpa perché dedico tempo di qualità a miei piccoli e ho anche tempo per me.

Però le domande mi rimangono in testa: Fare un figlio ti realizza come donna? Se non ti senti nata per il ruolo di mamma, è meglio evitare di fare figli? Donna ambiziosa e donna mamma vanno in conflitto?

Per alcune donne (fortunate) non esistono neanche i dubbi perchè possono permettersi di essere mamma e anche realizzare le loro ambizioni con aiuto di nonni, babysitter, nido privato e varie. E così che dovrebbe essere per tutte le mamme ambiziose!

Voi, mamme vi sentite realizzate? Che tipo di conflitti interni avete?

Leggete il mio articolo sulle emozioni in gravidanza.

SuperMamma - Boglarka Szigeti

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