LA TRAPPOLA
Cari Papà sarà capitato anche a Voi. Almeno una volta nella vita. Forse una sola volta nella vita. Ed è probabile che poi avrete fatto di tutto per evitare che succedesse di nuovo. Andiamo con ordine.
“Amore, la prossima settimana sono fuori un giorno per lavoro. Te la senti di badare tu ai bambini o devo sentire i nonni?”
Sopprimo uno sprezzante “se ci riesci tu” e lo sostituisco con un sorrisoso “Ceeerto amore mio”.
“Sei sicuro? Parto martedì all’alba, torno mercoledì mattina.”
“Tranquilla, mi organizzo con il lavoro”. Ignaro di aver appena dato il via ad un'inarrestabile catena degli eventi.
IL MAMMA NON C’È DAY – FASE UNO
E così arriva il martedì mattina. La mamma non c’è, è già andata via. Te ne sei leggerissimamente accorto perché in un tripudio di consumo energetico ha acceso in sequenza tutti i punti luce presenti nella camera da letto, dalla luce del telefonino fino alla lampada di emergenza che sprigiona 1,21 giga watt. Ma questa è un’altra storia.
Dove eravamo rimasti?
Martedì - 2 minuti e 13 secondi dopo il suono della sveglia, il piano è già saltato. Già, nella gestione dell’ordinario, noi uomini pianifichiamo, non pensiamo fuori dalle righe, non cerchiamo soluzioni alternative. Se è finita la carta igienica, posticipiamo la seduta al bagno a dopo la visita al supermercato, non pensiamo al pacchetto di fazzoletti sul comodino. Ma anche questa è un’altra storia.
Dicevamo. Il piano è già saltato.
Si è spezzato un bottone, si è rotto un laccio, si scopre improvvisamente che serve una penna verde a palline rosse, un quaderno con le righe della terza e tre quarti, le merendine sono scadute, le cartelle sono state nascoste nel corso della notte da un ninja assassino che è ancora nell’armadio. E così arrivate in ritardo. Di parecchio. La bidella vi guarda e vi appella con un “mamma non c’è oggi?” guardandovi con malcelato disprezzo.
La rappresentante di classe vi chiede dei soldi per una gita di cui ignorate il minimo dettaglio. E voi non li avete, perché non avete pensato che vi potessero servire contanti per accompagnare i figli a scuola. Vi guarda con malcelato disprezzo “Mamma non c’è, quando torna?”. La vigilessa che controlla la viabilità davanti alla scuola vi urla contro: “È sua quella macchina? Non sa che non può parcheggiare lì? Non glielo ha detto sua moglie. La tolga immediatamente altrimenti le faccio la multa!!!”.
Correte verso la macchina. Non per la multa. Correte perché avete paura di incontrare qualcun altro che vi chieda cose che non sapete, vi guardi con aria sprezzante e vi chieda della madre dei vostri figli. Correte come il protagonista di un film di zombie, guardandovi alle spalle con sguardo incredulo.
IL MAMMA NON C’È DAY – FASE DUE
Passate una giornata in ansia, continuate a guardare l’orologio per paura di essere in ritardo all’uscita della scuola. E, sistematicamente, arrivate in ritardo. La bidella vi accoglie di nuovo con sguardo sprezzante. Giustamente. La rappresentante di classe scuote la testa. La vigilessa vi guarda con sospetto cercando la vostra macchina. - Non la troverai mai, pensate, l’ho parcheggiata a 2 chilometri e 450 metri da qua. Per questo siete in ritardo.
Portate i bambini a casa. Quando la mamma non c’è, tutti i bambini del mondo cominciano ad accusare i sintomi di tutte le malattie presenti sull’enciclopedia medica. E improvvisamente realizzate di non avere il numero del pediatra. E nemmeno il “bugia detector” installato di serie su ogni mamma.
E per non fargli fare i capricci, cucinate 7 menù diversi. Inutilmente. Alla fine dovrete ordinare le pizze.
IL MAMMA NON C’È DAY – FASE TRE
Finiscono la cena. Li guardate. Dopo appena 15 ore di assenza della mamma sono passati da “versione famiglia del mulino bianco” a “il villaggio dei dannati”. Sono sporchi, malaticci, tristi ed anche un po' inquietanti. Li frullate nella vasca da bagno. Li asciugate al volo. Non trovate i loro pigiami, li mettete a letto vestiti con delle vecchie tute e delle magliette macchiate. Va bene così.
Vi mettete a letto distrutto, pensando che finalmente è finita. Domani mattina torna. Vi addormentate di sasso.
“Papaaaaaaaaaaaaaaaà, ho avuto un incubo!!!!”. Aprite gli occhi con il cuore in gola e con un solo pensiero in testa: “MAI PIU’”.
Dedicata a tutti quei papà eroi che cercano indegnamente di sostituire la mamma. Vi stimo.
SuperPapà Marco Palmieri