Parto naturale dopo un cesareo. Vi racconto il mio VBAC

Raccolgo con piacere l’invito di tante mamme a scrivere del mio “VBAC” (ovvero: “Vaginan birth after cesarean” - parto naturale dopo un cesareo), soprattutto per incoraggiare tutte quelle donne che sono convinte di dover fare un secondo cesareo dopo il primo e che non sanno invece quanto sia bello poter dare alla luce un bimbo nel modo più naturale possibile.

Inizio col dire che accanto a me ho avuto un ginecologo che mi ha incoraggiato e sostenuto fin dall’inizio, mettendomi comunque al corrente dei pro e dei contro di un vbac.

Mancavano 13 giorni alla data presunta del parto ma Andrea aveva voglia di venire al mondo, anche a dispetto del gran freddo e della neve che in quei giorni avevano sommerso Torino, in quell’inverno del 2012. E così il 6 febbraio, nel pomeriggio, ho avuto come la sensazione di aver rotto le acque.

Ho preferito andare a fare un controllo al Pronto Soccorso del mio ospedale. Ma lì i medici mi hanno assolutamente tranquillizzata: “Tutto nella norma, il liquido è nei valori normali, torni solo domani mattina per un tracciato di controllo”. Però alle 22 di quello stesso giorno ho cominciato a sentire degli strani dolorini (come fossero i dolori mestruali) ma assolutamente sopportabili. Ho messo a letto la mia figlia maggiore, tre anni (nata con parto cesareo in quanto podalica) e ho detto a mio marito che era meglio aspettare e vedere cosa accadeva nelle ore successive, magari quei dolori sarebbero scomparsi… Ma così non è stato.

Alle 2 di notte ho pensato che forse era meglio tornare in ospedale. A quell’ora non potevamo lasciare la bambina a nessuno così ho lasciato mio marito a casa, chiamato un taxi, preso la mia valigia e mi sono recata da sola in ospedale. Fuori il termometro del taxi segnava -13°.

Parto naturale dopo un cesareo - Il grande evento

Arrivata in ospedale mi hanno subito ricoverata in reparto, mi hanno fatto visita e tracciato ma ero a 3 cm così mi hanno detto di aspettare la visita della mattina. Nel frattempo continuavo a sentire questi dolorini, ma ripeto, assolutamente sopportabili. Intanto si stava facendo giorno ed io ero sempre lì nel letto in attesa che succedesse qualcosa…. Verso le 8.30 ho sentito uscire tanta acqua e subito sono andata nell’ambulatorio del reparto dove, alla visita, sono risultata a 5/6 centimetri.

Conseguenza: subito in sala travaglio, neppure il tempo di avvisare mio marito che stava andando a portare la bambina in asilo! Un’ostetrica mi ha detto: “Lo mandiamo da lei appena arriva”.

Erano più o meno le 9 del 7 febbraio quando sono arrivata in sala travaglio, dove sono stata presa “in consegna” da una ostetrica che definire un angelo è poco… Dopo alcuni minuti è arrivato mio marito. Intanto mi hanno messo il tracciato ed è arrivato anche il mio ginecologo che è stato sempre presente a questo “evento”.

A questo punto devo dire che i dolori sono aumentati di intensità e credo di aver cominciato ad avere veramente male ed anche un po’ di paura. Ma l’assistenza dell’ostetrica è stata preziosa: mi ha sempre incoraggiato ed è stata anche molto ferma nel dirmi cosa dovevo fare, anche quando ad un certo punto mi ha bonariamente rimproverato dicendo che io stavo spingendo poco e che stava facendo tutto il bambino!! Ecco Andrea!

E’ passato davvero poco; fra una contrazione e l’altra cercavo di pensare che oramai il bimbo era lì, che non potevo tornare indietro ormai … “Si vedono tanti capelli neri che spuntano…” e io pensavo… “Ma figurati se già sta nascendo…”. Sì, era proprio così: alle 11, dopo un paio di spinte decisive ecco finalmente Andrea sulla mia pancia: era nato, senza epidurale, senza ossitocina, solo grazie alla mia volontà e all’aiuto di tutti quelli che erano lì con me quel giorno, non ultimo mio marito.

Io continuavo a piangere, non potevo credere di esserci riuscita e continuavo a ripetere al mio ginecologo: “Dottore, ha visto che ce l’ho fatta??” Con tutti quelli della sala parto che si guardavano negli occhi come per dire: “Signora, mica avrà scalato il monte Everest??!!” Ma per me era davvero molto di più!!!

La cosa più importante è che già dopo poche ore ero in piedi che camminavo tranquillamente. Vi assicuro che per chi come me ha avuto l’esperienza di un parto cesareo

poter vivere il post parto senza flebo né tagli, senza catetere né morfina nelle vene è una sensazione bellissima.

Perché riesci a goderti ogni momento nel modo più naturale possibile. È chiaro che il dolore c’è ma è una cosa sopportabilissima, e il suo ricordo passa davvero in poche ore.

L’ultima cosa: per chi volesse provare un vbac consiglio di informarsi, chiedere e farsi aiutare e sostenere. È una bellissima esperienza e poi un giorno potrete dire in giro di aver provate entrambi i parti…. E vi assicuro che non è da tutte!

SuperMamma Francesca Ferrari

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