La crostata di marmellata di mamma è uno dei miei comfort food per eccellenza ed è un dolce che mi riporta alla mia infanzia, perché accompagnava le mie merende pomeridiane, le mie colazioni da bambina, mia mamma ci preparava questo dolce in un batter d'occhio.
A casa mia è buona abitudine iniziare la giornata con una colazione sana e genuina, così ho preparato una crostata speciale, ricoperta di pasta frolla bucherellata con delle formine e farcita con marmellata di pesche.
Ingredienti:
- 250 g di farina
- 100 g di zucchero
- 1 bustina vanillina
- 125 g di burro
- 1 uovo
- 300 g di marmellata di pesche
- Zucchero a velo qb
Come si prepara la Crostata di Marmellata
Mescolare la farina con lo zucchero, la vanillina, il sale e il burro. Infine, aggiungere l’uovo ed impastare.
Fare riposare l’impasto in frigo per circa 30 minuti. Stendere metà dell’impasto e trasferirlo nella teglia, con la carta forno. Farcire con la marmellata. Stendere l’impasto tenuto da parte lasciandolo un po’ più spesso, e ritagliare le formine. Coprire la crostata con la frolla “bucata”.
Cuocere a 180 gradi in forno per 15 minuti.
Ricetta di Supermamma level 1: Elisabetta V.
Cenni storici
Sembra che una preparazione simile alla base di pasta frolla della crostata fosse già conosciuta a Venezia, dopo l'anno mille, quando si cominciò ad utilizzare lo zucchero importato dall'Oriente.
La leggenda
Anche la pastiera napoletana è una crostata, ma con un ripieno particolare e su di essa viene tramandata una bellissima leggenda. Partenope aveva stabilito la sua dimora nel Golfo di Napoli e, ad ogni primavera, risorgeva dalle acque ed allietava le popolazioni del luogo col suo canto. Gli abitanti, per ringraziarla, decisero di farle dono delle cose più preziose che possedevano. Così incaricarono sette fanciulle per consegnare i doni, tutti simbolicamente rappresentativi: la farina (forza e ricchezza), la ricotta (lavoro e frutto), le uova (rinnovamento della vita), il grano tenero bollito nel latte (a simbolo dei due regni), l’acqua di fiori d’arancio (simboleggiante il ringraziamento della natura), le spezie (rappresentanti i popoli lontani) e lo zucchero (simbolo della dolcezza del canto della sirena). Partenope, una volta che ebbe ricevuto i doni, li pose ai piedi degli dei, i quali apprezzando, le restituirono il dolce giá pronto. A quel punto la sirena, anziché mangiarlo, lo donò agli abitanti che avevano mostrato tanta generosità nei suoi confronti. Da allora, in ricordo della Sirena e dei doni, i napoletani misero sempre 7 strisce di pasta incrociate a losanghe sul dolce.