Lo chiamano dumbo

Mio figlio lo chiamano “Dumbo”. E io trasformo un difetto in un pregio

Sono andata a prenderlo a scuola come ogni giorno, ma mi sono accorta subito che c’era qualcosa che non andava…il mio piccolo ometto di quasi 9 anni aveva un’espressione strana e leggermente imbronciata.

Tesoro tutto bene?
Lui ha risposto con un veloce “si” abbassando lo sguardo.
Sicuro? Perché sei un po' strano…E’ successo qualcosa oggi in classe?
No mamma, te l’ho detto tutto bene. Ora andiamo via

Ha salutato in fretta e distrattamente gli amici ed è andato diretto in macchina…altro segnale che era successo qualcosa, perché in genere comincia a correre nel giardino della scuola con i suoi compagni e passa almeno mezz’ora prima che varchiamo il cancello per tornare a casa.

A cena è stato taciturno, ha mangiato poco ed è voluto andare a letto presto.

Io non ho insistito nell’indagare perché a volte succede che litiga con un amichetto oppure la maestra lo sgrida o semplicemente è un po' stanco…ma poi tutto passa in modo naturale.

La mattina seguente sveglia presto, colazione e via a scuola insieme alle due sorelline.
Apparentemente tutto normale, ma il mio cuore di mamma sapeva…eh sì, sapevo che c’era qualcosa che aveva colpito il mio ometto e che lo rendeva triste. Così prima di entrare in classe sono ripartita all’attacco:

Amore mio lo sai che a me puoi dire tutto, vero?"
Si lo so
C’è qualcosa che non ti fa stare bene?
No mamma, tutto bene
Ok, ricordati però che a me puoi direi tutto, sia le cose belle che le cose brutte. Io posso aiutarti

E in un attimo…si è rotto l’argine: “Mamma c’è una cosa che ti devo dire
(Lo ammetto un po' di ansia mi è venuta, cosa gli sarà successo?)
Dimmi amore, sono qui…ti ascolto

E lui ha iniziato: “Ieri Pietro mi ha chiamato Dumbo e insieme a tutti gli altri mi ha preso in giro per le mie orecchie a sventola. Ci sono rimasto molto male.

Colpito e affondato, povero cucciolo. Capisco perfettamente la situazione e cosa ha provato: essere presi in giro per un difetto fisico non è una cosa piacevole e in più proprio da Pietro, il suo migliore amico, sicuramente da lui se lo aspettava ancor meno!

Ma mi chiedo come si fa a spiegare ad un bambino che il mondo è pieno di gente che ti prende in giro e che ti colpisce proprio sui tuoi punti deboli? Che non puoi piacere a tutti. Come si fa ad insegnare ad un bambino così sensibile ad essere forte e a rimanere indifferente davanti alle offese?

Come un flash ho cercato nella mia mente quella che potesse essere la risposta migliore, il modo più giusto per aiutarlo a superare il disagio, ma soprattutto la soluzione per potergli dare un piccolo grande insegnamento di vita.

Alcuni genitori scelgono la via dell'intervento chirurgico sul bambino, io non metterei mai i miei figli sotto i ferri per una situazione puramente estetica. Cercavo l'alternativa più fattibile per renderlo più forte e la mia risposta è stata questa:

Per prima cosa amore mio sappi che non possiamo piacere a tutti, nessuno è perfetto e tutti noi abbiamo qualche difetto fisico che ci rende strani, ma siamo belli proprio per questo…

Si mamma, ma le mie orecchie non mi piacciono, sono grandi…e ci rimango tanto male quando Pietro mi chiama Dumbo. Perché lo fa?

La cosa importante tesoro mio è che ci scherzi sù anche tu, così diventa una cosa divertente invece che brutta e vedrai che in questo modo nessuno ti potrà più ferire”.

Abbiamo chiacchierato, si è aperto con me e pian piano si è tranquillizzato, gli ho chiesto cos’altro potevo fare per lui per aiutarlo in modo più concreto…e insieme abbiamo deciso che potevo parlarne con la mamma di Pietro, per un confronto diretto e chissà forse anche nella speranza di trovare insieme a lei la maniera di far tornare il sorriso al mio ometto e la fiducia nel suo rapporto di amicizia con l’amichetto del cuore.

Lei mortificata ha affrontato subito con dolcezza il piccolo Pietro, spiegandogli che non è bello prendere in giro le persone e ancor meno ferire un amico. Lo ha toccato poi sul "nervo scoperto", portandogli come esempi le situazioni in cui lui stesso è stato vittima delle prese in giro di altri compagni…La reazione è stata sorprendente: tenere lacrime di dispiacere per aver fatto soffrire inconsapevolmente il suo grande amico.

Quando si sono incontrati il giorno dopo, gli ha detto “Scusa, non volevo farti rimanere male, non lo farò più!” e si sono abbracciati forte, tornando ad essere più amici che mai. La cosa che ha stupito di più noi mamme è stato vedere Pietro dire a tutti i compagni: “Non vi azzardate più a chiamarlo Dumbo o ve la vedete con me!

Insomma alla fine emergenza rientrata, amicizia salvata e il mio piccolo cucciolo un pochino più forte e sicuro di sé…che all’uscita di scuola mi ha abbracciato dicendomi “Grazie mamma!”.

Non so se ho agito bene o se potevo fare ancora meglio…ciò che volevo insegnargli è l’AUTOIRONIA, perché credo sia l’arma più potente.

C’è chi ha il naso grosso, chi è cicciottello, chi troppo magro, chi ha le gambe ad x, chi porta gli occhiali o l’apparecchio ai denti…nessuno è perfetto e se siamo i primi a sdrammatizzare i nostri difetti diventiamo quasi “impermeabili” ad ogni offesa, battuta o derisione. E in fondo siamo anche più carismatici!

Voi mamme cosa ne pensate? Vi è mai capitato? Come avete affrontato la situazione con i vostri figli?

Supermamma Valentina

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