Chi ha letto i miei post sul bilinguismo dei bambini si ricorderà che ho due figlie: Martina di 6 anni e mezzo e Manuela di 4 anni e mezzo. Due bambine che come tutti i bimbi, secondo lo psicoterapeuta danese Jesper Juul, “collaborano” con i genitori cercando di occupare il proprio tempo con qualcosa di diverso per non sentire le ennesime “dritte” dei genitori che gli sembrano così tanto astratte e lontane. Questa mia interpretazione è sicuramente un’estrema semplificazione del pensiero pedagogico di Juul e pertanto mi scuso. Invece, per quelli che vogliono approfondire il suo pensiero, consiglio il suo libro di nome “Il bambino è competente”.
Certo, tutti i bambini sono competenti, solo che per i genitori risulta difficile capire perché i bambini qualche volta rifiutano di essere competenti e non vogliono fare neanche quello di cui sono indubbiamente capaci. Per me e le mie figlie, uno shock assoluto è sicuramente stato la prima elementare di Martina. Vi chiederete perché...
Semplicemente perché bisognava essere a scuola entro le 8 precise, il che non era il caso della scuola dell’infanzia quando avevi un lasso di tempo tra le 8 e le 9 in cui potevi arrivare a scuola con più tranquillità. Se una volta succedeva che fossi in ritardo per qualche inconvenienza, potevi sempre chiamare e avvisare. Nessun problema.
Ma la prima elementare è un’altra cosa. Inizia la scuola dell’obbligo e le regole vanno rispettate come è giusto che sia. Il problema si presenta però quando capisci che sei tu il genitore che deve insegnare al bambino le regole e sei tu che lo devi portare a scuola entro le 8. In teoria niente di che, in pratica invece, dopo una lunga estate, a settembre ti trovi con due bambini urlanti (perché anche la vita dei fratellini o delle sorelline viene stravolta di conseguenza) alle 7 del mattino che non collaborano assolutamente.
Per illustrarvi quello di cui sto parlando, mi farò aiutare da un post pubblicato nel 2013 da Gloriana Lori, la Supermamma n° 1:
“Uuuuuh tra 10 minuti li devo svegliare tutti e 4. Si ricomincia con... (Clicca qui per leggere il post intero su facebook).
Ecco, è proprio così, le mattine diventano frenetiche, io che dò gli ordini e loro che mezze addormentate (anche se hanno dormito 11 ore di fila) sembrano non collaborare. Iniziano a piagnucolare, poi a giocare, poi a litigare. Poi i vestiti che gli vuoi mettere non gli piacciono, poi improvvisamente anche la carta igienica diventa interessante, un gioco perfetto da tagliuzzare, poi la colazione non gli piace, poi si sporcano, poi le cambi, poi riescono a sporcare gli unici grembiuli che hai stirato (anche se non stiri mai niente, ma il grembiule sì). E se alla fine non trovi più il telefono o le chiavi, arrivare a scuola tardi è garantito.
E allora cosa si fa? Capisci ben presto che hai due possibilità:
- La prima, più facile e più semplice è non dire niente, non parlare affatto e lavorare. Le svegli, le porti al bagno, le vesti, le imbocchi, gli lavi i denti, le pettini e così via. L’unica pecca è che così cresci due incapaci assoluti e ti diventa chiaro che non è una buona strada per loro.
- La seconda possibilità è cercare di fargli fare le cose di cui sono capaci da sole. Per esempio vestirsi e mangiare, lavare i denti e pettinarsi. Una scelta sicuramente molto più saggia, ma anche molto più faticosa, perché se gli chiedi di mettersi le scarpe (per citarne un esempio) e loro lo rifiutano categoricamente sei in una posizione di non ritorno. Non puoi più ritirare la tua richiesta e se ti abbassi e gliele metti, tutti gli sforzi di prima diventano azzerati. Si sa che dovresti resistere e aspettare finché non abbiano fatto quello che gli è stato chiesto. L’unico problema, però, è che hai il tempo limitato. E le ore 8:00 si avvicinano sempre di più come una minaccia terribile. Per esempio, ho provato anche a insegnare a Martina a guardare l’orologio, ma ancora era troppo piccola per capire il tempo che
scadeva.
Insomma, dopo un po’ ti chiedi giustamente: Ma che cosa si fa in questa situazione?
Dopo un anno di tira e molla e tantissime prove ed esperimenti, tantissime mattinate tranquille, ma anche tante altre scleranti, una chiamata di mia sorella (anche lei professionista nel mondo dei bambini) mi cambia la vita: “E perché non fai con loro un laboratorio dove loro disegnano tutte le tappe della loro routine mattutina e le metti su un posto ben visibile in casa, così possono andare a controllare qual è la prossima cosa da fare?”
Davvero, perché no? E così ho fatto, devo dire che non solo si sono divertite a fare il laboratorio, ma questo metodo funziona veramente. A Martina e Manuela è piaciuto così tanto che hanno disegnato anche altre parti della giornata, come anche le regole generali per il quieto vivere. Tutte le mattine appena si svegliano vanno a vedere qual è la prossima cosa che devono fare.
Ecco a voi i loro disegni per della nostra routine mattutina per arrivare a scuola in tempo… e sereni…
I disegni con le altre tematiche usciti fuori dai nostri laboratori, ve li presento nei prossimi articoli. Spero che vi possano essere utili. Scusate per qualche errore d’italiano. E un’ultima cosa: le nostre regole per la mattina sono ovviamente bilingue. 🙂
LABORATORIO DI DISEGNO PER BAMBINI:
SuperMamma -Marija