In Aereo con i bambini

In Aereo con i bambini: il coraggio di rischiare nonostante le difficoltà

Finalmente, dopo una primavera incerta, il sole ha fatto timidamente capolino da dietro le nubi e il caldo è esploso in tutto il suo splendore. Che sia veramente il preludio dell’arrivo della tanto desiderata estate? È quello che noi tutti ci auguriamo!

Con la bella stagione si allungano le giornate, il cielo è di quell’azzurro intenso che mette di buon umore e i parchi si riempiono di bambini spensierati intenti a giocare e a godersi finalmente le meritate vacanze.

Vacanze che, con la fine della scuola, si iniziano a progettare anche per noi adulti.

Si comincia la frenetica ricerca di voli, alberghi e strutture low cost in siti balneari adatti alle famiglie, in modo da potersi scrollare di dosso la fatica e lo stress di un inverno impegnativo.

Ma cosa succede se si hanno figli iperattivi?

Scegliere di partire ugualmente o limitarsi a trascorrere le ferie a casa, con qualche gita fuori porta, per non allontanarsi dalla comfort zone dove, in caso di necessità, si può ricorrere all’aiuto di nonni o amici comprensivi ed evitare disastrose esperienze imbarazzanti?

Perché quella che vi sto per raccontare è stata parecchio imbarazzante, al momento mi è sembrata anche disastrosa, ma se tornassi indietro la farei nuovamente altre mille volte.

Mia figlia aveva dieci mesi, era estate, mio marito non poteva prendere le tanto desiderate ferie e ho deciso di andare a trovare per un po’ di giorni mia sorella, che abita in una località balneare. Compro il biglietto e mi reco in aeroporto con la bambina che è tutta fremente e scalciante. Si guarda intorno, emette i suoi urletti felici e non vuole essere posata in carrozzina nemmeno per un secondo.

Mi siedo al nostro posto mentre lei ovviamente non ne vuole sapere, per cui inizio ad intrattenerla come meglio posso e anche la mia vicina di viaggio, all’inizio, si interessa ai suoi grandi occhioni azzurri che si aggirano frenetici a supervisionare l’abitacolo.

Arriva il momento del decollo, ci dicono di allacciare le cinture, le hostess ordinate si dispongono a fare la solita dimostrazione di sicurezza e l’aereo inizia a muoversi. Sento mia figlia agitarsi leggermente, ma rimane seduta e in silenzio. Spero in un miracolo, spero rimanga così.

Sarà solo un’ora, cosa potrà mai succedere?

Succede solo che appena l’aereo si stacca da terra, i suoi urletti si triplicano, l’eccitazione aumenta come anche la sua voglia di alzarsi dal posto ed esplorare  ogni angolo del velivolo. Ma naturalmente la mia mobilità è limitata e mi ritrovo a cercare di distrarla, dapprima in maniera dolce e persuasiva, poi sempre  più severa e disperata. Vedo la gente intorno che si innervosisce, il mio imbarazzo cresce, ma la bambina è un vulcano di energia. Le sue urla non sono di disperazione, ma di gioia pura! Perché questo è stato il suo modo di comunicare qualsiasi stato d’animo fino a quando non ha iniziato a parlare: gioia, fame, sete, sonno, ogni cosa.

In Aereo con i Bambiniù: Mai mollare, lo sforzo vi ripagherà!

Posso dire che il mio viaggio non è stato una passeggiata di salute, ma ho senz’altro regalato una bellissima esperienza a mia figlia. Il mare è stato una rivelazione, ho scoperto che quello era l’unico posto che neutralizzava la sua iperattività e che le regalava puri attimi di felicità. Adorava galleggiare in acqua, non ne aveva paura, e amava scivolare dolcemente tra le onde.

Ogni bambino è particolare e speciale. Quel volo ci è valso la visita del copilota a fine il viaggio (lo aveva incuriosito il richiamo a sirena di mia figlia), due guance chiazzate di rosso sul mio volto che si sono dissolte non so quando (forse ho ancora qualche residuo?), ma anche la certezza che i ricordi imbarazzanti sbiadiscono, perché quella gente la vedete solo una volta nella vita, mentre i bambini crescono e cambiano e sono i ricordi della gioia nei loro occhi che restano per sempre custoditi nei nostri cuori.

E voi? Avete qualche esperienza di viaggio iperattivo da raccontare?

SupermammaMaria Reale

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