QUI vi ho raccontato della prima esplosione atomica su come è iniziata la mia avventura nei panni di un Mammo all'improvviso...ma come potete immaginare il meglio doveva ancora venire e quindi eccomi qui a proseguire il racconto con un'altra bella botta emotiva.
Settembre 2010 - i giorni passano, le settimane e i mesi volano, adesso la mia Principessa ha poco più di 11 anni (132 mesi per le neomamme), non è più tornata sull'argomento tanto temuto e anch'io mi son guardato bene dall'accennare una cosa del genere.
Parliamoci chiaro, non è perché io abbia paura di affrontare questa magnifica avventura nel crescere mia figlia (e crescere insieme), ma perché sono pienamente cosciente che non sia costruttivo per lei rimanere senza una figura materna, però quelle sue parole continuano a risuonare nella mia testa “Sai Papo. Io non sono più tanto convinta di voler continuare a vivere con mamma”.
Un meraviglioso sogno irrealizzabile, soprattutto impensabile. Non faccio male a nessuno, sognare è gratis e come dico sempre io: “Quando è gratis, non si bada a spese”. E comunque: “Il sogno è mio e me lo gestisco io”. (Vabbè ho riadattato un vecchio slogan lo so, ma si addice!).
Tralasciamo i miei film mentali, mia figlia sta per arrivare. E' un’ora che aspetto qui sotto al portone. Ogni volta sempre la stessa storia: la mia ex moglie ha questa illusione di voler esercitare la sua supremazia su di me decidendo lei come, dove e quando mi CONCEDE di vedere mia figlia.
Mi rende noto il giorno e l’orario della visita con una raccomandata spedita dal suo avvocato. Gode nel farmi aspettare quà sotto per un’ora. La prossima volta mi presento direttamente con le sbarre ed un telefono, neanche fossi un ergastolano condannato a morte.
Tutti questi escamotage per farmela pagare. Ma farmela pagare di cosa poi, boh?
Il bello è che non so neanche perché brama tutta questa vendetta nei miei confronti. E poi… e poi basta. Non ci voglio pensare. Non sono disposto a fare una guerra che neanche voglio combattere. Sono sempre stato dell’idea che i genitori che si fanno la guerra, non si rendano conto che in mezzo alle due trincee, si trova una malcapitata creatura che riceve soltanto schiaffi a destra e a manca. E di certo non sarò io ad acconsentire a questa guerra. Anche perché questa emozione nell’attendere l’arrivo di mia figlia è molto più forte e vincente rispetto a tutti i dolori e le cattiverie che ricevo.
Sento aprire il portone ed eccola lì. Mamma mia quanto è bella, la mia principessa. E’ l’unica donna che mi ha fatto veramente perdere la testa. Sento il cuore caldo, un leggero tremolio per l’emozione, mi esplode l’amore per lei. Nel viaggio verso casa progettiamo cosa fare, che compiti deve svolgere e se eventualmente le serve aiuto. Ci organizziamo a passare questi due giorni al meglio, per viverci il più possibile. E mentre canticchiamo qualche canzone, con tutta la spensieratezza che c'è nell'aria, in un momento di silenzio lei dice:
“Papo…!!”
"Oh mamma, e adesso??" - L’ultima vota che se ne è uscita così ho avuto dentro di me la terza guerra mondiale. Non credo sia la stessa cosa, ormai è passato quasi un anno, adesso ha 11 anni e non è mai più tornata sull’argomento, avrà somatizzato e si sarà resa conto che è stato solo un capriccio. Cosa sarà successo stavolta? Inizio a preoccuparmi, anche perché dura troppo questo silenzio. Ma dai Alberto stai tranquillo, sta entrando nell’adolescenza, avrà problemi che per noi adulti sono sicuramente risolvibili…
“Papo …!!”
E due, questo è proprio il lampo. 'Mo senti che BOTTO. Stringi i denti, per sicurezza stringi anche le chiappe va…
“Io non VOGLIO più vivere con Mamma!” SBBAMMMM.
Scommetto che il BOTTO lo avete sentito anche voi. Rappresentare tutto questo come una bomba atomica non è un eufemismo. Chi di voi conosce la sequenza dell’esplosione della bomba atomica? Ve lo spiego in breve.
Prima c’è il lampo che acceca, poi l’esplosione che stordisce, poi il fungo atomico ed infine il Fall Out, cioè la ricaduta radioattiva. Ecco, il lampo si è visto, il BOTTO lo avete sentito anche voi e il fungo atomico è il mio cervello che è andato in fumo.
Ma il danno più grande e più duraturo nel tempo è proprio il Fall Out. Ma voi potete immaginare che ricaduta “radioattiva” si abbatterà su di me da parte della madre se mia figlia venisse a vivere con me? Di certo non ho paura di affrontare tutto questo, ma figurati. Di certo non devo dirlo a voi Supermamme quanto la vostra forza possa crescervi dentro quando si tratta di difendere, aiutare o proteggere i vostri figli. Quello che mi preoccupa non è ciò che affronterò io (che per me sarà una passeggiata di salute), ma la ripercussione che tutto ciò potrà su avere mia figlia, soprattutto dal punto di vista psicologico.
Certo, sarebbe una meravigliosa opportunità crescere e veder crescere mia figlia, insieme, vivere con lei, condividere le sue esperienze, insegnarle tutto ciò che so, farle vedere il mondo con i miei occhi ed io vederlo con i suoi. Immaginate che bello sarebbe vivere insieme, da uomo single sarei tutto suo. Alzarsi la mattina e fare colazione, vederla fare i compiti mentre io preparo il pranzo o la cena. Accompagnarla a scuola, andarla a riprendere. Ascoltarla mentre mi racconta ciò che le capita di bello, le sue esperienze. Un meraviglioso sogno, per carità, ma assolutamente irrealizzabile.
Come può una bambina crescere senza la madre?
Adesso poi, che sta entrando nell’età dell’adolescenza. Vabbè, inutile sognare. Cerchiamo di alleggerire questo problema e scoprire cosa succede tra loro due.
Inizio a chiedere, fare domande, intavolo una discussione sul perché e percome possa succedere tutto questo. Ma niente, continua a dirmi che non VUOLE più vivere con la madre: “Papo non hai capito, io non ho rapporti con mia madre, mi tratta come una sguattera, mi tratta sempre male, non le va di venire ad addormentare la sera, le servo solo per guardare i suoi figli (già, mi sono dimenticato di dirvi che la mia dolcissima ex moglie ha altri due figli avuti con una persona con cui convive da 4 mesi dopo la separazione, nonché un mio ex amico)”.
“Amore di Papà, non dimenticare che sono i tuoi fratelli”.
“Si lo so e gli voglio un mondo di bene, ma non posso rimanere con mia madre solo per loro. Io con mamma non ci voglio più vivere.”
Malgrado tutti i miei sforzi e tutte le spiegazioni possibili e plausibili lei rimane ferma su ciò che ha scelto. A quel punto mi viene un'idea. Chiamo mia madre e le racconto al volo tutto, le chiedo di chiamare mia sorella.
“Allora amore mio, adesso andiamo a casa di nonna e con tutta tranquillità te ne vai in camera con tua zia e parli con lei. Magari riesce a farti vedere il problema in maniera diversa e probabilmente digerirai alcuni comportamenti di Mamma. Magari non riesci a capire alcune cose su di lei.”
La prima cosa che mi intima mia sorella è: “Alberto, non ti credere che io convinca tua figlia a venire a vivere con te, sai benissimo quanto è importante la figura di una madre per un figlio.”
“Ti sto chiedendo di parlare con Rebecca proprio perché tu sei la persona più indicata, in quanto donna e sapendo quanto amore viscerale hai per mamma. Cerca di calmarla e cerca di capire cosa le succede”
Dopo due ore intense, escono dalla stanza. Mia sorella stremata, Rebecca molto più serena e con un leggero sorriso sulle labbra. Mia sorella mi prende da una parte e mi dice: “Passate questi due giorni in tranquillità e domani, dopo che hai portato Rebecca dalla made, vieni che ti racconto.”
Due giorni sereni, normali, come se non fosso accaduto nulla. DEPOSITO mia figlia dalla madre ed indovinate cos’è la prima cosa che faccio?
Sbagliato, mi faccio una doccia perché abbiamo giocato tutto il giorno in un parco.
Arrivo da mia sorella e (senza che vi spiattello tutto ciò che si sono dette) mi racconta che la madre, oltre a tutto quello che fa a Rebecca, le insegna a dire bugie, che parla sempre male di me e della nostra famiglia sputando veleno ed inventando situazioni inesistenti. Che la costringe a chiamare “Papà” il suo compagno… La interrompo perchè già mi stava salendo il sangue al cervello. La cosa che mi premeva sapere era cosa le avesse detto per tranquillizzarla.
“Rebecca, probabilmente adesso state in una fase di incomprensione, tu stai crescendo e mamma sicuramente non riesce a crescere con te, ma dalle tempo. Poi per tutto il resto che ti dice, non darle ascolto, l’importante è che se tu hai dei dubbi chiedi a Papà, sicuramente ti darà le dovute spiegazioni. E comunque sappi che lui ci sarà sempre per te, lo conosciamo e non ti abbandonerà mai. Ma cerca di andare d’accordo con mamma, perché non è proprio il caso che tu scappi da tua madre per ovviare a questo vostro problema di incomunicabilità. Anche perchè come può un figlio crescere senza la madre?”
Più o meno questo è stato il riassunto di ciò che ha detto mia sorella per convincerla e sembra proprio ci sia riuscita. Rimane l’inadeguatezza che ha Rebecca nei confronti della madre.
Comunque emergenza rientrata, Rebecca più tranquilla, le cose sono tornate al loro posto ed io mi sento molto più serenamente preoccupato. Molto.
Ok per ora non vi trattengo oltre, prometto che nel prossimo articolo vi racconto in dettaglio di quel giorno in cui è iniziata la mia nuova vita con mia figlia e da lì anche una serie infinita di rocamboleschi, emozionanti, complicati, soprendenti episodi di vita quotidiana.
To be continued...
SuperMammo Alberto Venzi